La città di Sermoneta, per un arco di tempo di circa due secoli, ospitò all’interno delle proprie mura una comunità ebraica. L’arrivo degli ebrei in città sembra sia coinciso con la loro espulsione dal Regno di Napoli, avvenuta alla fine del XIII secolo.
L’inserimento degli ebrei all’interno della città venne favorito dagli ottimi rapporti che instaurarono con la famiglia Caetani, che vide in loro un elemento importante per lo sviluppo economico del feudo. Gli ebrei di Sermoneta iniziarono presto col differenziarsi dagli altri correligionari delle città limitrofe, affermandosi come un nucleo autonomo rispetto alla comunità di Roma: pur conservando la propria cultura, cercarono di integrarsi con il resto della popolazione, partecipando attivamente alla vita economica del feudo, a volte in società con gli stessi cristiani. Come loro consuetudine, presto si ritagliarono in città un proprio quartiere, dove si imponeva la Sinagoga, costruita nel XIV secolo, che fungeva non solo da luogo di culto ma anche da vero e proprio organismo per gestire gli affari politici ed economici della comunità.
Il soggiorno a Sermoneta degli ebrei s’incamminò verso un rapido declino all’inizio del Cinquecento, quando le relazioni con la famiglia Caetani subirono un brusco cambiamento di tendenza, che portarono all’introduzione di misure restrittive nei loro confronti. Il motivo di tale accanimento è da ricondursi, con tutta probabilità, al sostegno che la comunità ebraica portò a papa Borgia, al tempo del cruento contrasto con la famiglia Caetani.
In poco tempo la comunità ebraica iniziò ad allontanarsi da Sermoneta e nessuno dei membri fece più ritorno in città. Con la scomparsa degli ebrei da Sermoneta anche la Sinagoga perse ogni valenza religiosa, divenendo con lo scorrere del tempo solamente una mera abitazione ad uso privato all’interno del borgo.
Fonte bibliografica: Lucio Spiccia, Sermoneta, Littera Antiqua, Latina 2009.
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